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Visita oculistica: in cosa consiste?

Come si svolge una visita dall’oculista? Quali esami alla vista comprende?

Come stanno i vostri occhi? A questa apparentemente semplice domanda può rispondere solo una visita oculistica che consiste in una valutazione sulla condizione di salute della vista. L’aspetto più delicato che il nostro oculista Cagliari sottolinea è l’asintomaticità di molte malattie oculari, per questo motivo gli esami periodici sono sempre un consiglio da seguire soprattutto sopra i 40 anni di età. La visita oculistica è altrettanto raccomandata per i bambini già dopo i primi 6 mesi perché la prevenzione gioca un ruolo cruciale, evitando dei ritardi nello sviluppo e permettendo di correggere per tempo alcuni difetti della vista.

L’occhio è un organo di senso delicato e sensibile, il primo filtro di contatto con il mondo esterno che si attiva catturando milioni di informazioni al giorno. Essendo un organo, l’occhio e il sistema visivo seguono delle importanti fasi di sviluppo fin dai primi anni di vita e necessitano di un puntuale mantenimento del loro stato di salute.

Una visita oculistica (base o completa) prevede una serie di test effettuati dall’oculista che valutano lo stato di salute dell’occhio e misurano la sua acutezza visiva ovvero la capacità di mettere a fuoco e distinguere gli oggetti.

Visita oculistica base: esami vista

Anamnesi

Prima di procedere con gli esami veri e propri in cui consiste la visita oculistica, lo specialista procede con l’anamesi ovvero la ricostruzione della storia clinica del paziente e della sua famiglia. Stile di vita, altre malattie e disturbi, ma soprattutto il proprio bagaglio genetico forniscono informazioni preziose sia in fase di diagnosi sia nell’individuare le giuste terapie per il paziente.

Autorefrattometria

Nella visita oculistica l’autorefrattometria permette una valutazione computerizzata del grado di miopia, astigmatismo, ipermetropia precisa e veloce. Grazie a una retroilluminazione, gli autorefrattometri permettono inoltre di valutare la trasparenza dei mezzi oculari, cornea e cristallino. L’uso di una strumentazione sempre più avanzata permette all’oculista di affiancare alla sua valutazione soggettiva data dai suoi studi ed esperienza, dei dati e una misurazione oggettiva.

Misurazione dell’acuità visiva e la tabella di Snellen

Per acuità visiva si intende la capacità degli occhi di mettere a fuoco tutti quegli oggetti che rientrano nello spazio visivo. Tale esame parte dal presupposto che più lontano e piccolo è un oggetto, più sarà complessa la sua messa a fuoco. Lo strumento usato per questo esame durante la visita oculistica è la tabella di Snellen dove su varie righe sono disposte le lettere dell’alfabeto ad alto contrasto decrescenti, disposte su varie righe. La righe con le lettere più piccole che il paziente riesce a leggere da una data distanza, determina il suo livello di acuità visiva.

Biomicroscopia: funzionalità pupillare e motilità muscolare

La funzionalità pupillare e motilità muscolare fanno parte dell’esame anatomico dell’occhio. La motilità oculare può essere valutata anche senza l’uso di apparecchiature facendo seguire al paziente un’immaginaria doppia ‘H’ tracciata dalle dita. Tuttavia la precisione data da un biomicroscopio permette un test accurato e preciso su tutta la strutture esterna dell’occhio (palpebre e ciglia, punti lacrimali, la congiuntiva, la sclera e la cornea, l’iride, la pupilla e il cristallino) e delle sue possibili anomalie. Lo strumento, infatti, è in grado di ingrandire le parti fino a 40 volte e di illuminarle con fasci di luce da varie angolazioni che mettono in evidenza le varie strutture dell’occhio come le dimensioni delle pupille, la loro forma e reattività alla luce.

Questi 4 esami sono i principali test che vengono svolti durante una visita oculistica base. Il loro esito andrà a determinare l’eventuale necessità di una seconda visita con degli esami più specifici (vedi rischio di maculopatie o cheracotono) o una semplice seconda visita di controllo a distanza di sei/dodici mesi.

 

 

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