Un tempo neanche troppo lontano la protesi mobile veniva definita sin troppo superficialmente come “protesi sociale” dandole dei connotati tanto riduttivi quanto immeritati.
Partendo dal presupposto incontrovertibile che in odontoiatria non è vero che “chi più spende meglio spende” occorre fare delle riflessioni, anche banali se vogliamo, sulle indicazioni di una riabilitazione protesica affidata ad una protesi mobile: innanzitutto nella disamina clinica noi non possiamo prescindere da quello che il rapporto costobeneficio…dove alla voce costo non intendiamo solo l’aspetto economico. Ci sono casi infatti in cui il risultato in termini di salute, funzionalità ed estetica raggiunge dei livelli altrimenti impossibili con altre soluzioni e , qualora possibili, solo con dei compromessi piuttosto importanti.
In alcuni casi troppo importanti.
In linea di massima l’aspetto più difficile da superare per il paziente non è certo quello tecnico o estetico quanto, invece, quello psicologico.
Tutto ciò che viene definito “mobile” e quindi “da togliere” genera nella maggior parte dei pazienti un’innata repulsione come se invece una qualsiasi protesi fissa e quindi filologicamente assolutamente sovrapponibile ad una protesi mobile, garantisse dei risultati “migliori” per il solo fatto di non doverla togliere alla sera o quando necessario.
La moderna implantoprotesi è comunque venuta in aiuto in tal senso, consentendo agli odontoiatri di creare delle soluzioni miste dove, una parte fissa (l’impianto appunto), permetta di gestire al meglio una seconda parte, quella mobile, evitando così quelle fastidiose dislocazioni della protesi stessa nelle normali funzioni morfo-funzionali e psicologicamente avere la sensazione di una protesi in qualche modo “ancorata” in maniera stabile al nostro corpo.
Da un punto strettamente clinico le protesi mobili sono assai facilmente gestibili in quanto, una volta bonificata la bocca, non richiedono in pratica nessun tipo di intervento cruento salvo i fisiologici ritocchi di assestamento post-consegna.
Gli appoggi infatti sono o sulla mucosa edentula (priva di denti) oppure su eventuali elementi dentari residui, salvo, come precedentemente esposto, l’eventualità di riabilitazioni miste con una parte recitata dall’implantologia.
Per quanto riguarda i costi sono in generale assolutamente contenuti rispetto alla protesi sia fissa su denti naturali che quella su impianti fermo restando che, in ogni caso, una buona protesi mobile ha necessariamente dei costi ampiamente giustificati dal tipo di materiale usato e dalla professionalità degli esecutori.
E’ vero altresì che la partenza per una buona protesi è sempre e comunque la volontà e la disponibilità del paziente nel voler in pratica migliorare una situazione che per forza di cose non è più gestibile autonomamente.
In tutti i casi, comunque, l’approccio più corretto alla riabilitazione protesica mobile è quello dove le esigenze vere e motivate del paziente incontrino le oggettive probabilità di successo che, valutate dal protesista, portino alla necessaria soddisfazione per entrambe le parti.