Ancora oggi tanti medici non sono convinti che la malattia sia reale, tendendo spesso a etichettare i pazienti che soffrono di fibromialgia (più spesso le pazienti) come disturbati dal punto di vista psichico o semplicemente nevrotici, questo atteggiamento deriva soprattutto dal fatto che la sindrome fibromialgica non è una malattia che possa essere oggettivata con esami del sangue, radiografie,TAC o RMN, che risultano perfettamente normali, perché essendo un disturbo essenzialmente funzionale non mostra alterazioni anatomiche o di funzione degli organi .
Ma allora di cosa soffrono questi 4 milioni di individui solo in Italia?
DOLORE! Questo è il principale sintomo che porta il malato di fibromialgia dal suo medico.
Dolore cervicale o lombare che arriva di solito in una paziente di sesso femminile (che ha superato i 30 anni, ma ancora, di solito, entro i 60).
Questa paziente arriva dal proprio curante accusando una serie di sintomi non specifici come:
- Dolore a collo, spalle, braccia, lombi, gambe, testa. Non necessariamente tutti , ma a volte
migranti da un distretto all’altro. - Gonfiore e rigidità mattutina , anche se non clinicamente evidenti.
- Disturbi del sonno. Spesso il riposo notturno non soddisfa, la paziente riferisce di svegliarsi più stanca di quando è andata a letto.
- Sintomi gastro intestinali. Senso di pienezza e gonfiore, meteorismo, diarrea o stitichezza.
- Stanchezza estrema e senso di abbattimento, difficilmente mancano nel quadro sintomatico, rendendo molto difficile lo svolgimento della attività lavorativa.
- Vertigini, che lo specialista Otorinolaringoiatra individua come di origine “cervicale”.
Dopo una serie di radiografie che non mostrano alcuna alterazione, se non quelle compatibili con età e sesso, prescrive una visita ortopedica. Tale visita, spesso, si conclude con una prescrizione di farmaci antinfiammatori.
Tale terapia è inevitabilmente destinata all’insuccesso .
In realtà esistono dei criteri di diagnosi della malattia, che oltre ai sintomi suddetti, presenta deivsegni tra cui i più importanti sono:
- Dolorabilità spiccata alla digitopressione di alcuni punti detti “Tender point “che si trovano soprattutto nel dorso.
- Spiccata e diffusa dolorabilità ad un particolare tipo di palpazione della cute , che normalmente non provoca alcun disagio.
E’ importante sapere che i sintomi possono essere i più vari e che, spesso, i pazienti fanno il giro degli specialisti i quali, in perfetta buona fede, classificano il paziente come “nevrotico” o, peggio, lo inviano a ulteriori accertamenti, che non possono che peggiorare lo stato di ansia di cui inevitabilmente cade preda.
Non stiamo parlando di una malattia “pericolosa” per la vita, ma è uno stato in grado di cambiare profondamente la qualità della vita.
QUALE TERAPIA PER COMBATTERE LA FIBROMIALGIA?
Sarebbe meglio dire quali terapie, infatti l’approccio è necessariamente multidisciplinare.
• Fondamentali il rapporto con il medico e la corretta informazione e educazione del paziente e dei suoi familiari.
A tale proposito è fondamentale che il paziente e chi lo circonda venga subito messo a conoscenza della benignità della malattia e della importanza dello stile di vita da assumere (attività sportiva, alimentazione, integratori alimentari).
• La terapia fisica intesa come massoterapia e ginnastica specifica che il fisioterapista insegna al paziente.
• In alcuni casi l’approccio psicologico risulta fondamentale .
• Agopuntura ostepatia e ozonoterapia sono, a seconda della gravità , le terapie che risultano maggiormente efficaci, in assenza di effetti collaterali, nel combattere questa invalidante malattia.
• Solo in pochi selezionati casi si arriva a terapie farmacologiche basate sull’uso di bassi dosaggi di farmaci antidepressivi.