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Azione curativa dell’Ossigeno-Ozono Terapia nelle patologie gastroenterologiche

L’Ozono Terapia è utilizzata in Gastroenterologia e nelle Patologie Colo-Procto-Rettali ormai da anni con risultati a dir poco sorprendenti soprattutto nella cura e nel trattamento di  coliti, dismetabolismi, stipsi, emorroidi, proctiti, ragadi ed eczemi anali. L’efficacia dell’Ossigeno-Ozono terapia è dovuta al fatto che l’insufflazione del gas a livello gastro intestinale è in grado di rafforzare ed accelerare i processi ricostitutivi della microflora intestinale. L’ozono, inoltre, risulta essere un ottimo rimedio per la cura di emorroidi, proctiti, ragadi ed eczemi anali per via delle proprietà dell’ozono di favorire il microcircolo sanguigno; per le sue proprietà disinfettanti ed antinfiammatorie.

Colite

La colite spastica, detta anche sindrome del colon irritabile o sindrome dell’intestino irritabile, è la forma più diffusa di colite.

sintomi della colite spastica sono generalmente il dolore o fastidio addominale, l’alterata frequenza dell’alvo e della forma delle feci, fuoriuscita di muco, gonfiore o distensione addominale.

Il dolore addominale, che interessa il piccolo ed il grosso intestino ed il pavimento pelvico, è spesso accompagnato da stipsi e diarrea. Alcuni sintomi intestinali associati possono essere bruciore in bocca, sapore sgradevole di amaro e di sangue, nausea, sazietà precoce e gonfiore. Spesso sono associati ad un’urgenza ad urinare e ad uno svuotamento incompleto o difficoltoso della vescica. Tra i disturbi generali possono esserci cefalea, dolori muscolari e tendinei, sintomi di ansia e ipocondria.

La colite spastica ha un’origine prevalentemente psicosomatica, legata a stress di tipo psichico, fisico e, in misura minore, è infine legata a cattive abitudini alimentari. I soggetti presentano spesso una personalità ossessivo-compulsiva.

Dismetabolismi

Per dismetabolismo si intende un’alterazione nel funzionamento del metabolismo, spesso alla base di stati infiammatori di diversa natura, di arteriosclerosi e di una sovrapproduzione di radicali liberi, dannose per l’intero organismo.

processi metabolici alterati possono determinare l’assimilazione o l’eliminazione di sostanze che provocano, rispettivamente, il diabete o la gotta.
Il dismetabolismo può portare a diverse patologie quali diabete e obesità.

Ernia del disco

La stipsi, o stitichezza, è un malfunzionamento dell’intestino dovuto a diversi fattori e caratterizzato da difficoltà ad evacuare le feci, da defecazione insufficiente, infrequente o irregolare, ed infine da sensazione di incompleto svuotamento rettale.
Si tratta di un arresto temporaneo delle feci nell’intestino crasso.

Una frequente complicanza della stipsi è costituita dalle emorroidi, che spesso sono provocate dalla difficoltà di defecazione e dalla consistenza delle feci. La stitichezza cronica può causare disturbi e complicanze spesso gravi, come l’occlusione intestinale, dolore addominale cronico, megacolon, volvolo, fecaloma, fino al cancro del colon-retto.

Proctiti

La proctite è un processo infiammatorio acuto o cronico che colpisce l’intestino e il retto.

L’infiammazione può essere procurata da traumi verificatisi a carico del canale e dell’apertura anale, da malattie sessualmente trasmissibili (come Clamidia, Herpes genitale, Sifilide e Gonorrea) e da malattie infiammatorie intestinali (colite ulcerosa e morbo di Crhon).

La proctite si manifesta generalmente con dolore, tenesmo rettale (ovvero lo stimolo continuo a defecare, spesso unito a sangue nelle feci), prurito, emissione di feci liquide con muco o membrane, lesioni ano-perianali, in quantità e proporzioni variabili anche in rapporto all’andamento e alla causa della malattia.

La defecazione è dolorosa, e spesso lo è anche l’emissione di urina. Si parla di proctiti aspecifiche, invece, quando l’origine delle stesse è sconosciuta. Un esempio di queste è la proctite ulcerosa, spesso accompagnata da stati febbrili. Le forme batteriche vengono generalmente curate con la terapia antibiotica, mentre nelle proctiti ulcerose vengono utilizzati supposte e clisterini medicanti. A seguito di eventuali complicazioni, è necessario l’intervento chirurgico.

Emorroidi

Le emorroidi sono una dilatazione o ectasia della rete venosa del retto e dell’ano (definito plesso emorroidario).

I vasi sanguigni che si trovano nel plesso emorroidario, infatti, sono soggetti a fenomeni patologici come infiammazioni o trombosi e sono spesso causa di una sintomatologia caratterizzata da bruciore, dolore, prurito e sanguinamento.

La pressione venosa nei vasi del retto e dell’ano può essere provocata ad esempio dalla gravidanza, dalla stipsi cronica o dal frequente sollevamento di pesi. Possono contribuire altri fattori come la familiarità, l’obesità, la scarsa attività fisica o una dieta povera di fibre.

Il sintomo più frequente della malattia emorroidaria è rappresentato dal sanguinamento, seguito dal prolasso, dalle perdite mucose ed infine dal dolore e dal prurito anale.

Le emorroidi possono essere di due tipi, interne o esterne, a seconda della loro localizzazione. Quelle interne si sviluppano all’interno del canale anale e sono generalmente indolori, mentre quelle esterne appaiono come protuberanze dure e dolenti e si formano al di sotto della giuntura fra retto e ano. A secondo della gravità, le emorroidi vengono inoltre classificate in I grado (ubicate all’interno del canale anale, generalmente indolori e percepibili dal soggetto solo in caso di sanguinamento), II grado (ubicate all’interno del canale anale, prolassano all’esterno con la defecazione, ma rientrano in seguito in modo spontaneo), III grado (prolassano in modo persistente all’esterno del canale anale ed è necessaria una manovra manuale di riposizionamento per farle rientrare all’intero del canale stesso) e IV grado (non è possibile riposizionarle all’interno del canale anale, la mucosa viene a contatto con gli indumenti). Per curare le emorroidi di III e IV grado è necessario ricorrere a tecniche ambulatoriali (tra le quali l’ossigeno ozono terapia trova il suo posizionamento) o a trattamenti chirurgici.

A seconda della gravità, il dolore, il fastidio e il prurito possono infatti raggiungere livelli molto intensi creando problemi anche nei movimenti più banali. Inoltre, per quanto le emorroidi non possano essere considerate una grave patologia, possono essere causa di  complicanze più serie (anemia, flebite, ragadi, trombosi).

Colibacillosi

La colibacillosi è un’infezione provocata da un microrganismoEscheria coli o colibacillo, presente nella flora batterica del tubo gastrointestinale.

Attraverso il sangue o il sistema linfatico può infettare anche altri distretti del corpo, provocando un’infiammazione con pus e ascessi oppure un’infezione generalizzata.

Il colibacillo è, infatti, in grado di potenziarsi, abbandonare l’intestino e creare nuovi ceppi che colpiscono organi importanti quali i reni e il midollo osseo, provocando varie complicazioni. Si sviluppa generalmente presso organismi debilitati, come diabetici, oppure presso soggetti sottoposti a intense terapie con farmaci antibiotici o con ormoni steroidi, sfruttando le scarse capacità di resistenza all’infezione proprie del soggetto.

Quando le infezioni colibacillari si sviluppano a carico delle vie urinarie, si possono avere cistiti, pieliti, pielonefriti. Se, invece, colpiscono le vie biliari, sipossono avere colecistiti, colangiti, ascessi epatici. Se, infine, colpisce l’intestino, si hanno dolori crampi formi e diarrea. Le manifestazioni più gravi si hanno quando l’infezione è generalizzata: in questo caso si ha febbre elevata, astenia, dispnea, brividi, ipotensione e nel sangue si riscontra un aumento dei leucociti neutrofili.