I disturbi d’ansia sono la patologia psichiatrica più diffusa. In Italia oltre 2,5 milioni di persone adulte ne sono affette ogni anno, e oltre 8,5 milioni di persone soffrono di un disturbo d’ansia nel corso della loro vita. Ansia, paura e panico non sono né sinonimi, né intensità differenti del medesimo fenomeno: sono elementi del vissuto emotivo qualitativamente differenti fra loro. L’ansia e la paura sono stati emotivi radicati nella natura umana che implicano l’attivazione delle risorse individuali contro uno stimolo avverso, e hanno la finalità di aumentare la possibilità di affrontare con successo lo stimolo che lo ha indotto. In particolare, l’ansia è uno stato di allerta verso un pericolo generico, mentre la paura è uno stato emotivo preparatorio alla risposta a un pericolo specifico. Ansia e paura diventano condizioni patologiche se rappresentano una risposta di allerta esagerata o inopportuna rispetto allo stimolo, come per esempio nel caso delle fobie (per esempio fobia delle cavallette, dei serpenti, delle iniezioni) e della preoccupazione catastrofica, presente sempre e comunque nel caso della cosiddetta “ansia generalizzata” (per esempio paura per le novità, paura perché si possa verificare un evento sfavorevole seppur remoto, ecc.) , oppure in assenza di stimolo, come nel caso dell’ attacco di panico.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
I disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia, possono essere i sintomi di un complesso disagio globale che coinvolge l’individuo e la sua sfera familiare e sociale. Colpiscono prevalentemente le donne e si manifestano soprattutto nel corso dell’adolescenza.
L’anoressia nervosa è caratterizzata da questi sintomi:
– rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al livello minimo normale per l’età e la statura;
– intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso;
– alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso e la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma sul livello di autostima;
– nelle donne dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi
La bulimia nervosa si manifesta quando:
– si mangia, in un definito periodo di tempo, una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbero nello stesso tempo e in circostanze simili (abbuffate ricorrenti); questi episodi sono accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo;
– si verificano ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, digiuno o esercizio fisico eccessivo);
– le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi;
– i livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
DISTURBI DELL’UMORE: UN DISTURBO DA NON CONFONDERE CON LA DEPRESSIONE
La maggior parte delle persone che chiedono un supporto psicologico o psichiatrico si descrivono come depressi e, conseguentemente, credono di “avere la depressione”. I sintomi riferiti sono però per la maggior parte aspecifici, come la febbre in ambito internistico: così come la febbre può avere molte cause, dal colpo di sole al tumore, anche il sintomo “depressione” può essere iscritto in condizioni cliniche completamente differenti, non sempre etichettabili come malattia depressiva, e che quindi necessitano di strategie terapeutiche fra loro differenti. Per curare con successo queste patologie il primo passo indispensabile è quindi un’accurata diagnosi.
CARATTERISTICHE E SINTOMI
I disturbi dell’umore sono spesso definiti anche disturbi dei ritmi cronobiologici in quanto la loro causa, seppur in larga misura misconosciuta, sembra strettamente connessa ai ritmi ormonali-organici. È proprio questa la caratteristica fondamentale che li contraddistingue dalle altre depressioni. Sono patologie che si manifestano con fasi caratterizzate da tipici sintomi quali il sentirsi tristi e abbattuti (umore deflesso), rapidi e improvvisi cambiamenti emotivi (labilità emotiva), la mancanza di energie e la mancanza di voglia di fare anche cose che normalmente provocherebbero piacere ai soggetti colpiti. La comparsa delle fasi si collega alle stagioni, con manifestazioni più frequenti in autunno ed in primavera, sebbene ciascun individuo affetto possa identificare una propria stagionalità. Le fasi sono in stretta connessione all’andamento dei cicli ormonali, fra i quali quelli sessuali: le donne che ne sono colpite, per esempio, lamentano delle fasi premestruali mensili particolarmente intense anche dal punto di vista emotivo; la gravidanza, il post-partum e la menopausa possono essere momenti in cui la malattia esordisce o comunque ha maggior probabilità di dare segno di sé o, al contrario, talvolta risente in modo positivo della ritmicità ormonale. Le fasi di malattia, per loro intrinseca natura, si possono ripresentare tali e quali più volte nella vita di una persona, anche a distanza di anni da una completa remissione dell’episodio precedente.
DEPRESSIONE
Con il termine “depressione” vengono oggi indicate differenti condizioni.
Il sintomo depressione rappresenta un abbassamento (deflessione) del tono dell’umore associato a un venir meno dello slancio vitale; il dolore non si attenua col passare del tempo, sembra esagerato in rapporto al presunto evento scatenante, o inappropriato onon collegato ad alcuna causa evidente. Il termine “depressione” può essere utilizzato nella connotazione della sindrome depressiva, ove certamente il nucleo portante del quadro clinico resta l’umore deflesso. A esso si accompagna una costellazione di sintomi che investono l’area emotivo-affettiva (sentimenti di colpa, inadeguatezza e/o rovina), quella neurovegetativa (alterazione del ritmo sonno-veglia, dell’alimentazione, del peso corporeo), l’attività psicomotoria (rallentamento/agitazione, senso di vuoto mentale, difficoltà nell’espressione verbale e alterazione della mimica) e, infine, la cognitività (alterazione dell’attenzione, della capacità di concentrazione, della memoria). Il quadro psicopatologico è caratterizzato da una globale perdita di vitalità, che si manifesta in ogni ambito della vita del soggetto ed è spesso oggettivamente osservabile, anche nell’espressione del volto. Si presenta come un sentimento di malinconia e indifferenza: il paziente riferisce l’incapacità di provare emozioni e sentimenti adeguati. La depressione può comparire in conseguenza a molti e diversi stimoli (eventi di vita, malattie mediche, assunzione di farmaci o sostanze ad azione psicotropa) e in questo caso viene considerata un problema di adattamento, oppure costituire una fase di una malattia dell’umore.